venerdì 2 aprile 2010

piccolo epilogo

...beh, ora che sono tornato a casa, ora che sono a Milano seduto alla scrivania mi sembra doveroso tirare un piccolo epilogo di questi ultimi tre mesi.

intanto, tornato a casa cosa ti trovo? sulla scrivania c'è aperta la carta nautica "antipirateria" con segnate le posizioni che davo a Carlotta tramite iridium (a proposito: grazie Marco!). ma c'è un particolare che mi ha colpito molto (anche se già ne ero a conoscienza): i bambini hanno piazzato, sul tratto di mare più a rischio, tutta una serie di dinosauri che proteggevano il loro papà e la loro barca, tutti capitanati dal maestro Joda.


...sembrerà una vera stupidaggine a molti di voi, ma io credo davvero che le energie che hanno messo i piccoli nel seguire il viaggio del loro papà, insieme ai dinosauri e a Joda, ci abbiano aiutato in qualche modo. sarà per questo, forse, che oltre a non avere mai avuto nessunissimo problema piratesco abbiamo addirittura avuto quel vento così amico che ci ha permesso di risalire tutto il mar rosso in maniera così insolita? a me piace pensare che sia così. stupidaggini di capitano rinco? può essere, ma fatto 'sta...

È buffo come ogni uno di noi, alla fine, si viva la sua realtà: noi là in mezzo a fare lo "sporco" lavoro, Carlotta nella città dolente con le sue preoccupazioni a seguirmi sulla carta, i piccoli che cercano di capirci qualcosa e "sentono" che in qualche modo esiste un pericolo e, a modo loro, fanno di tutto per proteggerci...le solite realtà parallele.

Il viaggio è andato MOLTO bene, come avete visto. Ovviamente ci sono stati dei problemucci da risolvere, ma è sempre così in barca. L'importante è risolvere le cose al meglio in piena serenità e così è stato.
Ho avuto la fortuna di avere SEMPRE un super equipaggio di VERI amici. prima con Marco, poi solo con Matteo, poi con Abo...sempre delle buone energie erano con noi. Sempre.
Certo, ci sono stati anche dei momenti meno facili, ma tutte quisquiglie. Ormai, dopo tutti questi anni di navigazioni (oltre 22) e tutte queste miglia fatte (oltre 100.000, anche se sono anni che dico "100.000" e ormai saranno anche qualcuna di più) i momenti più delicati riesco a gestirli ancora abbastanza tranquillamente. Per me il viaggio in barca a vela è sempre stato, principalmente, una scuola di vita, una profonda esperienza, un viaggio interiore: le analogie sono troppe...i momenti difficili da superare comunque, il poter contare, alla fine, solo su se stessi, il risparmiarsi, il cercare di non rompere la barca portandola comunque al meglio, economizare le risorse, sfruttare al meglio la situazione in cui ci si trova...bella storia!

deciBel è una bravissima barca. Ha gli occhi, anche. Spesso mi chiedono perchè. A me sembra così ovvio: una barca DEVE avere degli occhi, sennò come fa a vedere dove va? deciBel è una barca che ha una forte personalità, e questo lo hanno sempre detto anche tutti quelli che sono venuti a navigare con noi.
è stata disegnata e pensata per navigare al lasco e lo fa proprio bene: va praticamente da sola. Si comporta come una piccola nave, di bolina soffre un po', ma da quando le abbiamo regalato la randa nuova (in Nuova Zelanda) ha un altro passo anche di bolina. Per fare l'indiano le abbiamo regalato anche un Gennaker un pelino più piccolo di come dovrebbe essere...
dopo tutto una barca si prende cura di te in misura proporzionale a quanto tu ti prendi cura di lei. Solo se hai bene chiaro in testa questa cosa puoi affrontare in tutta tranquillità la navigazione d'altura.

deciBello milanese (suo malgrado)

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