martedì 27 novembre 2012

6° gg

Oggi, raga, vera e intensa giornata di cantiere!
Flex, trapano, guanti, mascherina, occhiali, primer bicomponenti, stucco epossidico, sikaflex a go-go, e chi più ne ha più ne metta…
Son di quelle giornate che non finiscono mai, ma che inspiegabilmente volano. Strano eh? Eppure è così che va il cantiere.
Oggi, in parallelo, mi sono occupato dei famosi finestrini laterali della capottina, del primer sulla linea di galleggiamento, dello stucco (sempre sulla linea del galleggiamento), del nuovo passascafo per la sonda del LOG, più una serie di cosucce di minore entità che comunque portano via un bel po' di tempo.
I finestrini della capottina sono finalmente su, bellissimi. Cioè, son sempre gli stessi, intendiamoci, ma 'stavolta dovrebbero stare su almeno una decina d'anni senza scollarsi, 'nch'allah…
La linea di galleggiamento, invece, è diventata una tassa ricorrente che ci tiriamo appresso dal 2003, da quella famigerata notte alle Tuamotu in cui alla fine siamo finiti in spiaggia facendo di quei bozzi sullo scafo, sulla linea di galleggiamento appunto, che non avete idea. In certi punti lo scafo rientra dentro di 4 dita abbondanti! Tutti i professori, e i cantieri sono pieni di professori, continuano a consigliare di ribattere i bozzi da dentro con un martello. I più raffinati suggeriscono di scaldare per bene il metallo, prima. Tutti questi professori dimenticano che l'alluminio lo puoi piegare una volta sola, se ribatti un bozzo snervi il metallo e poi sì che diventa debole e magari fa pure acqua. Motivo per cui ogni tanto ci tocca riempire 'sti dannati bozzi con lo stucco. Poi tra escursioni termiche, lo stare in secca e lo stare a mollo, l'acqua trova una sua via finché un giorno crack, salta via un tocco di stucco (grande come un foglio A4 per intenderci), come 'st'estate per l'appunto. E noi ogni volta a rigrattare lo scafo fino al metallo, cominciare col cinema dei primer e degli stucchi bicomponenti, fino alla volta dopo…A voler fare un bel lavoro ci sarebbe da sostituire un pezzo di lamiera di scafo, solo che è un lavoro gigantesco, saranno 4 metri di lunghezza per 1 di altezza! Bisogna smontare letteralmete la barca, dentro, e far fare il lavoro a un cantiere che abbia le calandre a 3 rulli e gente che sappia lavorare l'alluminio come si deve. In un cantiere serio ci metterebbero 3 gg pieni, ma dietro ci sarebbero altre due settimane di lavoro a smontare e rimontare, senza contare la sabbiatura, il cinema, lo sporco ovunque…e senza contare la spesa… :-(
ecco come si presentava il pezzo mancante, appena tirata sù la barca. Bella pulita, eh?

così dopo il gratta-gratta (e dopo il passaggio del water-blast)



...e così come si presenta dopo 2 mani di primer e una di stucco. Prego notare i finestrini della capottina. Grazie.

Per ora, e per un bel po' mi sa,  ci teniamo la barca così com'è con le sue belle cicatrici, tanto per ricordarci anche come ce le siamo procurate. Tahanea 2003, intorno al mese di novembre se non ricordo male. Poco dopo abbiamo scoperto ufficialmente di essere in cinti di Alizée…
Il problema è che 'sti prodotti bicomponenti sono piuttosto capricciosi: vogliono una certa temperatura, vogliono essere ricoperti non prima di un tot, ma non dopo troppo tempo. Il tutto è in funzione della temperatura ambiente che qui oscilla dagli oltre 25° diurni ai 10° scarsi notturni. E io lì con le sveglie puntate per seguire scrupolosamente i cicli sperando che 'stavolta tenga più a lungo della volta prima…
Cambiamo argomento: anche 'stavolta deciBel si è meritata la sua nomea di barca rumorosa, del resto con un nome così. Insomma abbiamo la musica che pompa ad alto volume (tanti deciBel per l'appunto) per tutto il giorno con io che canticchio e all'occorrenza impreco anche, ogni tanto (sempre rumorosamente). Due barche più in là c'è una coppia di vecchietti olandesi che stanno sistemando la loro barca di acciaio, rigorosamente in silenzio. Manco si sentono. Ohi, non ci crederete, ma a un certo punto mi son detto "non è che 'sto facendo troppo casino?" e così sono andato da loro a chiedere se gli davo noia con la mia musica (e il mio imprecare)…ma quelli sono olandesi, figurati, mi han risposto che era meglio della radio e che gli faceva piacere. Meno male…
L'altro argomento, sopravvivenza in cantiere, quello che già ieri vi avevo anticipato…beh forse è meglio rimandarlo a un altra volta. E poi, sarà così interessante? naaa…niente di ché. Giuro.
Stasera ho anche scoperto che fine ha fatto la banda di Marmaris: semplice, sono tutti a Rodi. Mi ha chiamato Benjamin via Skype, dice che sono tutti lì, fanno yoga 3 volte alla settimana e quest'inverno hanno deciso di muoversi un po' in giro anziché poltrire nel marina di Marmaris. Così va il mondo.

deciBello rumoroso

2 commenti:

  1. Ohi?! Capitano rumoroso... canta che ti passa ;-)
    Un abbraccione

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    1. quelli a rodi hanno capito tutto della vita. alla ns pentola d'alluminio prima o poi glielo regaliamo sto refit per togliere bozzi delle tuamotu. se lo merita. la turchia è la patria dell'alluminio dopo la francia. non dovremmo far fuori tutta la cassa di bordo ;o)

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